Ibis, lo stile Pale Ale

Lo stile Pale Ale si perde nei meandri della storia: nasce nella grande famiglia delle Ale inglesi, dentro la quale il confine tra ogni singola birra è piuttosto labile. Le Pale Ale pian piano però, vengono delineate sempre di più: di ispirazione inglese, le IPA, oppure americana, le APA. La cosa certa, però, è la generosa quantità di luppolo presente, che va a conferire sia amaro, sia una grandissima sfumatura di aromi che vanno dal resinoso, all’agrumato, passando dal tropicale al terroso.

Le prime Pale Ale, cioè birre pallide in riferimento al colore, comparvero in Inghilterra attorno al XVIII secolo, periodo nel quale il mercato era dominato dalle birre scure. Erano birre poco alcoliche e amare, adatte al consumo giornaliero al pub: da qui nacquero anche le Bitter, meno incentrate sul luppolo. Un birrificio londinese cominciò ad esportare la sua Pale Ale verso le colonie indiane: le birre, per sopportare il lungo viaggio erano più alcoliche e con un quantitativo di luppolo maggiore. Tuttavia il birrificio perse l’esclusiva e gli subentrarono i birrifici di Burton on Trent, i quali producevano delle Pale Ale qualitativamente migliori grazie alla loro acqua. Nacquero così le India Pale Ale, birre più amare e alcoliche rispetto alle sorelle Pale Ale e Bitter. L’utilizzo del luppolo inglese donava profumi erbacei e terrosi equilibrati da leggere note di pane e biscotto date dai malti.

Riscoperte negli Stati Uniti durante gli anni ’70, le IPA contribuirono alla diffusione mondiale della birra artigianale e ad oggi ci sono svariate interpretazioni dello stile: birra Ibis è una di queste, di ispirazione americana con luppoli aromatici fruttati, tendenti al tropicale e al resinoso. Al palato è un’esplosione di sapori tropicali e resinosi, ma l’amaro non risulta aggressivo.
Ibis, una Pale Ale che accompagna piatti dal gusto deciso.